aprile 2014 – giugno 2018
Riprende vigore un progetto che consentirà agli Udinesi di sentire di nuovo aleggiare la presenza di Renzo Valente in Via del Monte, cui lui era così attaccato.
Mutuando l’esperienza di altre città (vedi Trieste con le statue di Italo Svevo, Umberto Saba e James Joyce e molte altre), si vuole rendere simpaticamente omaggio a questo testimone della vita quotidiana, del giornalismo e del dialetto udinese, cui i cittadini penseranno con una vena di nostalgia per quei tempi semplici ma veri.
Una statua in bronzo per ricordare Renzo Valente, il cantore della vecchia Udine. È l’idea del neocomitato che porta il nome del giornalista, scomparso nel 2002 a 86 anni. «Sarà un segno di gratitudine come accade in altre città, per esempio a Trieste con Svevo e Saba o a Gorizia con Michelstaedter», spiega Fausto Deganutti, portavoce del comitato e scultore. Un’idea già rimbalzata in passato. Ma questa volta a essere d’accordo si spera sia il neo sindaco Fontanini. «Abbiamo incassato l’interessamento di palazzo D’Aronco – assicura Deganutti – ora dobbiamo trovare il luogo ideale».
I rappresentanti del comitato («Una decina di amici vicini al modo di pensare di Valente») puntavano a piazza San Giacomo, luogo simbolo per Valente. «L’idea di mettere questa statua in San Giacomo è legata alla quotidianità di Renzo – aggiunge Deganutti –. La sua vita si svolgeva fra quei palazzi di sapore veneziano. Lì gli incontri con gli amici, lì beveva il caffè. È stato un cantore della città e l’idea è venuta perché non siamo mai abituati a dare un giusto riconoscimento a chi ha amato Udine – continua Deganutti. Prendendo spunto da quello che hanno fatto in altre parti d’Europa e in Italia vogliamo ricordare i figli che hanno voluto molto bene a questa città. Valente era un cultore del dialetto udinese, lo amava».
Ma non è tutto perché intorno alla figura dello scrittore e giornalista vi è nuovo fermento, con il sito interamente dedicato a Valente (questo!). «È un rappresentante della vita di questa città: arguto e sagace, alle volte dissacrante. Ma tutti gli hanno voluto bene nonostante le sue osservazioni pungenti. Anzi, forse proprio per quelle», scherza Deganutti. E chissà cosa avrebbe detto oggi del passaggio della proprietà del castello al Comune o del parcheggio di piazza Primo maggio. «Che i vadi a pìe – ipotizza sorridendo Deganutti – perché quello del parcheggio in Giardin Grande è un progetto mai piaciuto a Renzo. Quanto al castello, invece, ne sarebbe stato entusiasta. Ma con un occhio preoccupato: l’importante è saper gestire i beni pubblici. E in questo senso il Comune non dovrebbe avere problemi».
“Auguro agli udinesi di voler bene a piazza San Giacomo come gliene ho voluto io. Questo è il mio testamento: firmato Renzo Valente”.