di Renzo Valente
Ai tempi in cui Candolini stava preparando i festeggiamenti per il Millenario di Udine, e ognuno dei suoi concittadini, chi più, chi meno, chi niente, cercava di collaborare, fra me e il professor Zanuttini, sostenitore di un concorso di idee per una nuova sistemazione del Giardino Grande, c’è stata su questo stesso giornale una cavalleresca ma anche pungente polemica pro e contro l’iniziativa.
C’era di mezzo un bene comune. Uno intendeva metterci le mani, l’altro gliele voleva togliere. Fate pure il vostro concorso dì idee, gli dicevo sul giornale, nessuno ve lo impedisce, anzi, di idee in Italia si scarseggia e se vengono più abbondanti siano le benvenute, più ci sono più ci si diverte, fatelo pure, può darsi che si rida di più.
Alludevo maliziosamente alle tante idee che hanno perseguitato il Giardino Grande nel corso degli anni, da quelle del laghetto dei patriarchi alle successive, che furono più asciutte ma anche più comiche. Un cinematografo. Da far arrossire anche l’Angelo del Castello. È un Giardino che si presta, dicevano, perché tenerlo così? Diamogli una mano di bianco, cambiamogli la faccia, e più volte ha rischiato davvero di farsela cambiare. Un manicomio.
Adesso non si tratta, aggiungevo, di temere carnevalate del genere, va bene un poco ma fino a questo punto non si dovrebbe arrivare, però stiamo attenti, dicevo, che quando si sente che il Giardino Grande è caro a tutti gli udinesi e che tutti gli udinesi lo amano, stiamo attenti che c’è il pericolo che lo amino troppo e si sà che per i grandi amori si può anche perdere la testa.
In sostanza, mentre lui si dava da fare per modificarlo, io invece mi accontentavo, che lo tenessero pulito. Va modificato, diceva Zanuttini, basta pulirlo, ribattevo io, e riempimmo un paio di colonne ciascuno. Fiorettate, non sciabolate. Gentiluomini.
Come passano le mode. Una volta, quando due di loro litigavano sul giornale nemmeno si guardavano in faccia, adesso invece se ne vanno addirittura a braccetto. È accaduto appunto che lo stesso giorno in cui è stata pubblicata la sua sparata che rispondeva alla mia siamo andati a fare la spesa insieme come avveniva quasi tutti i sabato. Uno spasso. Ci fermavano continuamente, non credevano ai loro occhi, ma come, si chiedevano e ci chiedevano, ve ne dite di ogni colore e poi come niente? Ma sapete che siete simpatici.
Insomma, li appagava più il tipo del nostro sodalizio di quanto non li avesse interessati, l’argomento trattato, nel quale essi stessi, come cittadini di una città che stavano perdendo, erano dentro fino al collo. Siete simpatici, dicevano, quando riprenderete?
Fosse ancora con noi, e Dio sa quanto lo vorrei, e dovessimo riprendere, una volta stabilito, con buona pace di chi non è d’accordo, che il Giardino Grande non si tocca, probabilmente a quest’ora, dati i precedenti, litigheremmo per Mercatovecchio, sul quale, come succede spesso per il Giardino Grande, si addensano allegri nuvoloni neri.
E sarebbe anche il momento. È di questi giorni infatti la chiamata del Comune. Ogni tanto càpita. Il Comune chiama, qualcuno risponde, si parlano, fanno sapere che cosa potrebbero decidere di decidere e poi meno male che non decidono.
Stavolta interessa via Mercatovecchio. Pare che stia poco bene. Che cosa potrebbero farle? Le tasteranno il polso? Le misureranno la pressione? Le controlleranno il colesterolo? Mangia? Dorme? Va di corpo? Chissà. Capaci anche di metterla a letto e di darle medicine che nessuno si è mai sognato di prescriverle. Li conosco, sono dei duri, potrebbero farlo.
E che cosa dicono in proposito i giganti della piazza a cui compete anche la gestione di: via Mercatovecchio? I giganti della piazza, bontà loro, abbassano il testone per confermare, fanno capire che sono con i migliori, che sono con me, ma che non entreranno nel merito. Sono arrabbiati. Ci hanno mutilati, dicono riferendosi alla piallatura, siamo rimasti senza e ce ne vergogniamo. Chi e che cosa rappresentiamo ormai ridotti in questi stati? Che significato possono avere, modificati come sono, due colossi senza i colossei? Siamo a terra, abbiate pazienza, non insistete.
Sentito ciò non ho insistito. Fra gentiluomini ci sì intende, ci si rispetta, se occorre ci si aiuta. Peccato pero, ne avevamo già parlato, c’erano stati rimpianti, nostalgie, sorridenti memorie di una Mercatovecchio che stava bene com’era, e che nessuno avrebbe mai avuto l’intenzione di darle di più di quanto aveva. Sapevano tutto, ricordavano tutto, e commiserando una giovinezza che non avevano potuto consumare, la Russia, la Grecia, l’Albania, l’Africa, convenimmo insieme che anche il nostro tempo era finito.
Del resto, dissero, è finita anche per noi, siamo due giganti menomati e inutili, non contiamo più niente, non ci hanno nemmeno chiesto il parere sulle modifiche apportate in Mercatovecchio a Natale, le casette, i giardinetti, i vialetti, l’erbetta, il muschietto, i boschetti, la nevetta, ce l’avessero chiesto avremmo espresso il nostro entusiasmo, però suggerendo di aggiungervi un orso. Avrebbe completato il paesaggio, divertito i bambini e forse divorato, chissà, magari, il Michelangelo che le aveva inventate. Risero, Pensiamo al Dorta dissero, fosse ancora esistito il Dorta, avesse potuto sentire il profuma dei fritti che si elargivano dalla casetta dirimpettaia, chissà le signore dal cappellino di velluto e dalla veletta sugli occhi, chissà i signori dai risvolti di astrakan, dal panciotto di cammello e dalle scarpe di vernice, chissà gli ufficiali del Piemonte Reale Cavalleria, elmo, speroni, monocolo, l’erre lasciata in caserma, chissà quanto l’avrebbero gradito. Risero ancora. Ma, sì, meglio buttarla in ridere.
Invitavano a ridere ma c’era poco da ridere. Se queste sono state modifiche mobili, figurarsi le fisse. Quando mi vengono a parlare di fontanelle in Mercatovecchio rabbrividisco., Fontanelle per chi? Chi le ha ordinate? Chi ha chiesto da bere? Chi è che ha bisogno di fare il bagno? Chi è che andrebbe a lavarvi i fazzoletti sporchi? I fazzoletti, anche sporchi, servono ad asciugare il pianto di chi perde l’Eden e gli rovinano Mercatovecchio, non occorre lavarli, si lavano da soli, bastano gli occhi.
Non veniamo dalle caverne come credono, venissimo anche dalle caverne, abbiamo lo stesso un’anima, e se ci mettono da parte accusandoci di aver convissuto con il tram e con le carrozze, li avvertiamo che quell’anima funziona ancora.
Polso, pressione, colesterolo? Tutto a posto. Via Mercatovecchio sta bene, non ha bisogno di niente, soltanto di essere lasciata in pace.